PENSACI GIACOMINO! Di Luigi Pirandello realizzata dalla Compagnia Teatrale “La Busacca”
Pensaci, Giacomino! è il titolo di una commedia scritta nel 1917 da Luigi Pirandello. Tipici topos pirandelliani riemergono con grande efficacia nell’opera: l’incapacità dello stato, i paradossi esistenziali dell’individuo (doppi ruoli, crisi di identità) e i dilemmi che scaturiscono dalle sanzioni decise da parte della società.
Il professor Toti è un insegnante ginnasiale di paese ormai vecchio e privo di autorità. In conflitto con tutti ed incapace di continuare ad insegnare garantendo un minimo di disciplina in classe, Toti, è per di più profondamente amareggiato nei confronti della società. Per vendicarsi dello stato, causa di disordini ed ingiustizie, sposa la giovanissima Lillina: potrà così assicurarle, alla sua morte, la propria pensione. Il fatto che Lillina sia incinta di Giacomino (un giovane del paese) non sembra disturbare Toti: secondo i suoi piani, il ragazzo continuerà ad adempire ai doveri matrimoniali, mentre il ruolo giuridico di capofamiglia resterà a lui. Tra Toti e Giacomino non c'è un cattivo rapporto, anche perché quest'ultimo è stato in passato allievo del professore. Toti riesce a superare lo scetticismo della famiglia di Lillina nei confronti di questo ménage à trois: secondo lui, l'importanza degli scopi che ci si prefissa è in primo piano rispetto alla stupidità della gente (che sicuramente si accorgerà di qualche stranezza e si metterà a parlare).Dopo la nascita del piccolo Ninì, ad intorbidire la vicenda intervengono le rimostranze del sacerdote, della sorella maggiore di Giacomino (Rosaria) e del signor Diana, superiore di Toti. Queste figure fanno da portavoce del giudizio popolare espresso su questa grottesca vicenda. Toti, Lillina e Giacomino vengono messi sotto pressione anche dai genitori di lei, che date le circostanze non possono assolutamente più farsi vedere in giro. In questa situazione comicamente patetica, Giacomino è sul punto di gettare la spugna e di fidanzarsi con un'altra persona per rifarsi una vita come vorrebbe sua sorella. Alla fine, comunque, Toti si reca da Giacomino tenendo il piccolo Ninì per mano. Gli spiega con la dovuta fermezza che deve prendersi le sue responsibilità: oramai è troppo tardi per tornare indietro. |